"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

martedì 12 marzo 2019

Amazon fallirà così come è sicuro che Bezos morirà

di
Luciano Martinoli
luciano.martinoli@gmail.com


Continua a fare scalpore un'affermazione che il fondatore di Amazon fece qualche mese fa a proposito del futuro della sua azienda. Ovviamente il titolo di questo post non vuole essere di cattivo auspicio per Bezos ma semplicemente evidenziare la banalità dell'affermazione con una similitudine scontata: tutto, prima o poi, finisce.

E' lo stesso Bezos che, nella conferenza dove ha pronunciato la fatidica battuta, ne specifica il senso. Più in generale però è da plaudire il coraggio dell'affermazione nel ricordare la caducità delle attività umane e l'impegno necessario a mantenerle in vita. 
Ma quale è la causa profonda della fine di un'azienda?
Da un punto di vista "sistemico" è la perdita di senso rispetto all'ambiente. Ben dice Bezos quando ricorda che è importante concentrarsi sui clienti, ambiente dove prospera l'azienda, ma poi dimentica che ambiente è anche lo Stato con le sue leggi e regolamenti (sempre maggiori in caso di dimensioni troppo imvadenti e minaccianti per... "l'ambiente" di business), i fornitori, il sistema finanziario, ecc.
Le cause della perdita di senso possono essere generate anche solo da uno di questi soggetti.

A differenza dei sistemi viventi, esseri umani compresi ovviamente, le aziende possono vivere vita lunga a patto che l'ambiente rimanga lo stesso, alquanto improbabile, o che loro cambino "identità". E' accaduto più volte, ad esempio, a General Electric ancora in vita dopo più di 100 anni dalla nascita ma certamente oggi molto diversa da quando fu fondata. Più da vicino anche la nostra Fiat ha certamente subito nel corso degli anni svariate metamorfosi che le hanno dato nuove identità più consone all'ambiente dove operava. 

Il controllo della perdita di senso, e dunque dell'avvicinarsi dell'ineluttabile fine del ciclo di vita, non è opinabile o imperscrutabile ma oggettivo e visibilissimo: esso è dato dall'impoverimento dei vari indici economici primo fra tutti la capacità di generare cassa.
La possibilità invece di darsi nuova identità, e dunque sopravvivere in altra forma, è lo scopo della progettazione strategica dell'azienda.

Sorprendentemente sia dentro i confini aziendali (top manager, varie funzioni aziendali quali HR, Finance,  Produzione, ecc.) sia fuori (banche, fornitori, clienti e altri) non danno particolare peso, in maniera consapevole e conseguenziale, nè all'uno nè all'altro. Con il risultato che quando arriva la "morte" dell'azienda tutti ne rimangono colpiti come se fosse causato da un accidente che si poteva evitare.

Dunque ben venga l'ovvio richiamo di Bezos, ma ancora meglio sarebbe se, a partire dal suo saggio richiamo, tutti si attrezzassero per misurarlo e progettare, in maniera non banale, il possibile scongiurare dell'evento.

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