di
Francesco Zanotti
Io credo che ai ladri
ci dovrebbe pensare la magistratura. Parimenti, credo che, per parlare di
incapacità, occorrerebbe capire cosa si intenda perché, in generale, l’incapacità
non può essere un giudizio assoluto, ma contestuale: chi si rivela incapace in
un contesto, poi può non esserlo in altri.
Sull’ignoranza, forse,
si può dire qualcosa in più. Basta riferirsi ad una conoscenza specifica. E,
poi, l’ignoranza è facilmente “curabile” con l’insegnamento e lo studio.
Preferisco, allora,
dare un mio contributo parlando dell’ignoranza.
Propongo una “misura”
che ognuno può usare per se stesso per misurare la sua “non conoscenza” (termine
molto meno inutilmente accusatorio di “ignoranza”). E scopra quanta è l’urgenza
di porre rimedio a questa “non conoscenza”.
Comincio con un’osservazione
banale: se un medico non conosce l’anatomia, beh ... è ovvio che la deve
studiare. Anzi: c’è chi verifica che la sappia bene prima di laurearlo.
Veniamo allora all’impresa.
Se un imprenditore usa qualche tecnologia tende ad essere aggiornata su
quell’ambito tecnologico. Anzi, a volte, è egli stesso produttore di nuova
conoscenza tecnologica.
Ora, in un periodo in
cui le imprese devono progettare un futuro, che tendenzialmente dovrà essere
molto diverso dal passato, l’area di conoscenza chiave diventa la strategia
d’impresa. Sia per le stesse imprese che per le banche. Ora la misura di “conoscenza”
(o “non conoscenza”) che propongo è questa: lo stato dell’arte a livello
internazionale delle conoscenze e delle metodologie di strategia d’impresa.