"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

martedì 9 agosto 2016

Respirare per campare o... campare per respirare?

di
Luciano Martinoli


Molti manager, di aziende grandi e piccole, stimolati affinchè dedichino risorse per la progettazione strategica (cosa l'azienda deve fare da grande) rispondono: "mi piacerebbe ma sono oberato da troppa operatività".
Certo, l'operatività è importante, serve a far andare avanti l'azienda, ma... in che direzione? 
In una di maggiore prosperità o verso una più stentata sopravvivenza che farà aumentare l'operatività stessa (che sarà dunque sempre più sterile)?
Oppure si pensa che un radioso futuro ci verrà riservato esclusivamente dalle nostre capacità di "passare la nottata" indenni, beneficiando della scomparsa di chi non è stato capace di affrontarla?  

Affermazioni di questo tipo suonano allora come il titolo: aziende che esistono per andare avanti e non, come sarebbe logico, andare in una direzione, progettata, per esistere ancora e meglio.
Il semplice "respirare" operativo non è garanzia di status quo, ma solo di una inevitabile e ineludibile involuzione strategica; in parole povere: si invecchia. E la vecchiaia porta alla morte.
Evitarla, per le aziende, è possibile ma solo a patto che il possibile ringiovanimento, autonomo e autopoietico, venga deciso e realizzato dall'azienda stessa dedicando risorse (tempo e denaro); le migliori.

Il non farlo le condanna ad un triste "campare al solo scopo di respirare" che non può che condurre, attraverso varie fasi sempre più dolorose, allo spegnimento dell'attività. 

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