"Se gli uomini non nutrono un ideale in un mondo migliore perdono qualcosa.
L'umanità non potrebbe funzionare senza le grandi speranze, le passioni assolute."
Eric J. Hobsbawm

venerdì 1 giugno 2012

Quello che avrei voluto sentire dire dal Governatore della Banca d’Italia


di
Francesco Zanotti


Avrei voluto sentire dire parole nuove da un nuovo Governatore.

Ad esempio …
La società industriale ha aperto un “Vaso di Pandora al contrario”. Un Vaso che sta spargendo intorno a noi immense risorse di futuro. Soprattutto potenzialità di futuro e nuove risorse cognitive.
Sono così tante, splendide e promettenti che lasciano attoniti.
Mi sarebbe, allora, piaciuto ascoltare il linguaggio della speranza.

Come si possono sfruttare le risorse di futuro? Se guardiamo al passato recente abbiamo un esempio: attraverso una intensa imprenditorialità di popolo.
Con il termine “imprenditore” non intendiamo parlare di un capitalista che cerca il profitto. Neanche di un manager che gestisce un’azienda o del proprietario che la possiede o di la eredita.
L’imprenditore è un creatore di mondi.
L’imprenditore si pone di fronte alla realtà, alla natura e alla società, in un modo tutt’affatto particolare: con la sindrome di Dio. Intendo dire: con la voglia di costruire un mondo a sua immagine e somiglianza.
Mi sarebbe piaciuto, allora, ascoltare il linguaggio della imprenditorialità.

Allora è necessario attivare una nuova e più intensa imprenditorialità di popolo. Ma come?
Gli imprenditori per immaginare nuovi mondi usano le risorse cognitive, i modelli mentali, le risorse emozionali  di cui dispongono. Le risorse e i modelli del passato non bastano più. Anche perché si sono andati affievolendo. Le nuove generazioni hanno ereditato le imprese, non lo spirito imprenditoriale. Tanto che oggi “imprenditore” è colui che possiede una impresa e non crea nuovi mondi.
Allora è necessario fornire nuove risorse cognitive, nuovi modelli mentali, nuove risorse emozionali.
Mi sarebbe piaciuto, allora, ascoltare il linguaggio della conoscenza.

Avrei voluto sentire parole nuove, ma ho sentito parole oramai note, anche se diligentemente messe in bell’ordine, come fa un diligente scolaro …

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